AREE DI ATTIVITÀ

I Selfie come strumento di lavoro per gli Eventi

Il selfie non può più essere considerato una moda passeggera ma è una consuetudine insita nella società. Si tratta di un’abitudine consolidata che è entrata a far parte di diritto della quotidianità ma, in certi ambiti, è anche qualcosa di più, è uno strumento per la promozione nel grande mondo dei social. E’ un alleato imprescindibile per chi opera nel comparto degli eventi e vuole sfruttare al massimo le potenzialità di uno strumento gratuito e di grande impatto sociale.

Tuttavia, a ben riflettere, il selfie non è nuovo: l’autoscatto è sempre esistito, solo con un altro nome e con altre modalità, ma non si può tuttavia parlare di innovazione dei nostri tempi, solo di un nuovo modo di utilizzarlo.

La diffusione capillare di questa consuetudine, in un’era digitale in cui tutti, in qualsiasi momento, possono fare un selfie da condividere sui social, non è sfuggita a chi organizza gli eventi: ancora in questo ambito ci sono delle discrepanze importanti tra chi guarda avanti e lo include tra le attività di marketing e chi, invece, lo utilizza come strumento estemporaneo non organizzato e non pianificato. La differenza tra le due modalità è pressoché inesistente, tranne per il fatto che nei corporate events si ha l’idea di qualcosa di più strutturato e piacevole che, proprio grazie alla pianificazione, ha una forza d’impatto superiore.

Prendiamo l’esempio dell’ultimo congresso svolto da HubSpot, un’agenzia di marketing e vendita per aziende, che invece di costringere i suoi partecipanti alla lunga e noiosa trafila della registrazione al desk dell’accettazione, ha sfruttato in maniera inusuale la forza dei selfie, come? Semplice, ha chiesto ai partecipanti di scattarsi un selfie in un’apposita area con relativi hashtag e menzioni a profili collegati all’azienda. L’iniziativa è stata vista come una grandissima innovazione, un’idea rivoluzionaria che potrebbe essere presto ripresa da altre aziende per altre convention: utilizza una delle tante sfaccettature di questo strumento ma non è l’unico impiego dei selfie. Le postazioni selfie sono sempre più comuni: presentano i loghi aziendali, i loghi dell’evento e gli hashtag che sempre più spesso accompagnano gli eventi che vogliono avere forza sociale. Rendono il selfie immediatamente riconoscibile e legato a quell’appuntamento.

Gli organizzatori più smart e moderni si sbizzarriscono nel cercare qualcosa di nuovo e originale che possa coinvolgere i partecipanti degli eventi. Tra le iniziative più simpatiche e apprezzate degli ultimi tempi ci sono le selfie-competition, ossia delle social battle a colpi di selfie tra i partecipanti, che vengono incentivati dai promotori e dagli organizzatori con premi più o meno grandi da riscuotere per i vincitori. Non è importante il valore del premio in queste situazioni, perché si fa leva sul desiderio di primeggiare e di divertirsi che è insito in ciascuno di noi.

Un altro aspetto da non sottovalutare della potenza del selfie è collegato alla forza promozionale che può avere la fotografia di un personaggio illustre a un evento: quante volte sulle pagine sociali delle grandi aziende compaiono fotografie di vip o personaggi conosciuti che posano per un selfie con uno dei prodotti di quella stessa azienda? Lo stesso testimonial, se presente all’evento, viene nel 90% delle volte invitato a scattarsi un selfie coi partecipanti e coi collaboratori e tutte quelle foto finiscono poi nel grande archivio digitale che è una pagina su Facebook, un profilo su Twitter o su Instagram dove rimangono a imperitura memoria a testimonianza del fatto che quell’evento ha riscosso un successo straordinario anche grazie alla presenza di quel determinato personaggio.

Il selfie permette di mostrare un lato più umano: lo stesso relatore che si mostra imperturbabile e professionale sul palco, viene poi chiamato a scattare un selfie divertente con altri colleghi mostrando un’altra faccia di sé che suscita simpatia e ancor più ammirazione. Pensate ai selfie di Barack Obama, per fare un esempio, e al successo che ottengono sui social network: l’immagine ufficiale del Presidente dev’essere inevitabilmente quella di uomo integerrimo, di potere, inarrivabile. Eppure, con Barack Obama, qualcosa è cambiato e dai social viene mostrata un’immagine più umana dell’uomo più potente del mondo, che ama divertirsi e scherzare anche agli aventi più istituzionali, che si fa i selfie con gli altri capi di Stato e di Governo e che si mostra, quindi, nella sua versione più comune.

Quello di Obama, ovviamente, è un caso estremo, ma dà l’idea di quello che i selfie possono offrire a chi organizza un evento e vuole dare forte risonanza.

Il selfie, quindi, non costa nulla e ha una forza d’impatto straordinaria: perché non approfittarne?